Per sordità si intende una disfunzione dell’apparato uditivo che causa l’impossibilità di sentire e che può essere causata da malattie, ereditarietà, lesioni all’orecchio, esposizione troppo frequente a rumori troppo forti, effetti collaterali di farmaci…
Ci sono vari livelli di sordità: si va dalla sordità profonda in cui non si riesce a udire nulla a quella lieve in cui si perdono suoni quali il bisbiglio, il rumore dei passi, il ticchettio di un orologio. Nel mezzo si trovano la sordità moderata, in cui è ancora possibile percepire il parlato ma non è assicurata la comprensione di quanto viene detto, e la sordità grave con la quale si perde totalmente la possibilità di sentire il parlato.
Sordità in riferimento al parlato proprio perché la comunicazione è il primo ambito in cui vengono riscontrate delle difficoltà proprio perché il bambino impara a parlare per imitazione, sentendo parlare le persone intorno a lui (genitori, pari, adulti di riferimento);
Quindi se un sordo non è in grado di sentire, non potrà imparare a parlare? Assolutamente NO. Esistono varie opzioni per comunicare che non si escludono a vicenda: la prima è seguire un percorso logopedico che consentirà ai sordi di imparare ad emettere i suoni, la seconda si chiama Lingua dei Segni Italiana (LIS) ed è una lingua visuo – spaziale che per comunicare utilizza le mani e le diverse conformazioni che possono assumere, la terza è l’oralismo, cioè la capacità di leggere le labbra (per approfondimenti si rimanda all’articolo sulla LIS).
È proprio per il fatto che tutti i sordi possono comunicare che è vietato (per legge) chiamarli “sordomuti”: non sono muti, posso parlare e lo fanno, chi a livello vocale, chi con la LIS. Non si devono chiamare nemmeno “non udenti”, perché l’attenzione cade sul “non”, cioè su una privazione. La persona che non sente si chiama sordo.
E a livello di apparato uditivo si può fare qualcosa? Si e no, dipende sempre dal tipo di sordità e dalla volontà del sordo. Esistono gli impianti cocleari, ma non tutti sono a favore a causa delle complicazioni che potrebbe portare l’operazione: gli impianti cocleari sono degli apparecchi in grado di percepire il suo e “tradurlo” in segnale elettrico così da poterlo trasmettere alla coclea; è un impianto sottocutaneo, una neuroprotesi che si comporta come un vero e proprio orecchio.
Meno invasivi, e per questo più utilizzati, sono invece gli apparecchi acustici che percepiscono il suo e lo amplificano nell’orecchio. Sono esterni e non richiedono operazioni chirurgiche.
E la LIS? La LIS può essere utilizzata in contemporanea sia all’impianto che all’apparecchio. La scelta di una o dell’altra metodologia dipende dal sordo, dalla famiglia e dalle proprie scelte culturali e valoriali.